Foto a caso di fiori a Unipa per tenere attivo il sito

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Non pubblicavo qualcosa qui da molto tempo, più di un anno. Da quell’ultimo post, sempre presso Unipa e il suo Viale delle Scienze, mi ritrovo nuovamente qui a scrivere pensieri sparsi contornati da qualche foto (e qualche fiore).

Mi riprometto sempre di rimettermi in gioco qui, di pubblicare, di rendermi attivo e condividere quello che amo fare. Questo post vuole anche essere un promemoria a me stesso su quanto sia semplice accendere il computer, accedere al blog e caricare un paio di scatti.

Nel post che citavo prima ero all’inizio del mio percorso magistrale qui a Palermo, che adesso sta volgendo al suo termine. Era una giornata grigia e senz’anima, ero una matricola che si sentiva persa in un luogo ancora sconosciuto. La giornata di oggi, invece, è accogliente in maniera rassicurante. Cosa mi abbia spinto a voler scrivere proprio oggi non riesco a decifrarlo, ma fa da contraltare al grigiore che avevo attorno in quel freddo giorno di novembre.

In ogni caso, per quanto adesso conosca e riconosca luoghi e persone, questo senso di smarrimento rimane sottotraccia ma è lì presente a fare capolino di tanto in tanto, a ricordarmi che le strade e gli edifici che sto frequentando sono solo di passaggio, che sono solo un ospite.

L'anno scorso come adesso, arrivare ad aprile/maggio e essere accolti da questi alberi che costeggiano il viale mi restituisce un grande senso di tranquillità e intimo tepore.

Tra fiori e asfalto, Unipa

Decido di pranzare in mensa per mancanza di valide alternative a casa. Sono tornato qui a Palermo da un paio di giorni e ancora non ho fatto la spesa. Già a partire dalla colazione non ho nulla se non del pane in cassetta e del burro di arachidi. A questo punto, oltre al semplice fatto che resterei a digiuno altrimenti, colgo anche l’occasione di poter uscire di casa e farmi una passeggiata.

Mi avvicino all’edificio della mensa e faccio rotta verso la sezione della stessa in cui viene servito il pranzo take away, non mi andava di pranzare insieme alle altre centinaia di studenti che ogni giorno la affollano.

Ritirato il lauto pranzo nel suo sacchetto di carta decido di muovermi verso il parco principale situato nella parte opposta del campus, ma poi decido che sarebbe stato meglio tornare direttamente a casa perché tanto tutti i posti a sedere accanto la panineria di fronte all’edificio di Economia sarebbero stati occupati e avrei vagato con un pranzo freddo e immangiabile nella vana ricerca di un posto in cui potermelo godere in santa pace.

Fatto dietro front, trovandomi fra la mensa e l’edificio 19 mi accorgo di come gli alberi che anche l’anno scorso mi avevano accolto in primavera erano sbocciati nuovamente. A questo punto, non potevo che scattare qualche foto con la piccola Canon che mi ero saggiamente portato appresso.

Oltre al calore di queste giornate, ancora lontane dall’essere asfissianti come quelle estive, a darmi una scarica di positività è la marea di gente che si riversa per questo viale. Mi fa percepire di essere fondamentalmente solo, in quel momento e in quel luogo, fra i fiori che sto fotografando e l’asfalto calpestato da piedi e ruote, ma in una maniera tale da volermi spingere a uscire da me anziché chiudermi. La solitudine che percepisco in quell’attimo è tutto tranne che un peso. Riesce ad essere consapevolezza, non paura.

Usando Google Lens ho potuto trovare la specie di questo fiore che svettava sotto gli alberi dai fiori rosa della foto precedente. Dovrebbe essere una varietà di Scabiosa, forse commestibile (!!)

Continuo nel mio percorso verso casa e faccio un ultimo incontro tanto curioso quanto irrilevante. Trovo una bicicletta per bambini legata con una catena ad un palo, e avvicinandomi vedo attaccata ad essa un adesivo che riporta un codice e il logo dell’ERSU di Palermo. Non so cosa una bicicletta per bambini possa farci lì, e soprattutto non riesco a capire come e perché sia proprietà dell’ERSU, ma tant’è, l’ho trovata abbastanza interessante da volerla fotografare:

Ecco la bicicletta incriminata.

Il resto non è documentato, ma non è granché. Sono solo io che consumo in cucina il pasto della mensa, lauto premio auto assegnatomi per la passeggiata pre-pomeridiana, e che mi accingo a scrivere questo post. Arrivederci.

Unipa. Unipa.