In viaggio; direzione chiara, meta sconosciuta

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Cosa sarà mai essere in viaggio?

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Boh, questa mi ricordava molto vagamente qualcosa di Franco Fontana, con le dovute differenze.

Ancora, forse, lo devo scoprire.

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È uno stato transitorio?

È perdersi per le strade di una città sconosciuta?

È amare lasciandosi andare?

È andare ogni giorno a lavoro a 30 km da dove si abita?

È tornare?

È fuggire?

È l’idea che farsi un weekend a 4000 km da casa possa cambiarti la vita anche se starai più tempo a prepararti per l’esperienza e raggiungere il paese designato che a conoscerlo visitandolo?

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Tra bucolico e cemento armato.

Sapere quale sia la meta è davvero importante?

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Altra foto dai vaghi sentori Fontaniani.

Cosa qualifica un viaggio? È uno stato d’animo? È forse l’obbligo o meno che ci porta ad intraprendere questo spostamento da punto A a punto B che rende un viaggio ciò che è?

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